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lunedì 24 marzo 2014

La clausura

Pubblico un post scritto da Laudem Gloriam.

Una delle domande più frequenti che viene fatta ad una monaca di clausura, è: "Ma non ti viene voglia, ogni tanto, di farti una passeggiata fuori?.." Solitamente la domanda è posta anche con un certo imbarazzo, tanto che, per cercare di tranquillizzare la persona che si ha di fronte, solitamente la monaca risponde con un sincero sorriso fraterno: "No, non sento il bisogno di farmi la passeggiata al centro storico o roba simile. Ho tutto qui, perchè dovrei fare quattro passi altrove?"
L'interlocutore medio, vincendo l'imbarazzo, incalza: "Bhè, per svagarsi, prendersi una vacanza...! Ogni tanto, bisogna pur cambiare panorama. Io soffocherei lì, sempre tra quattro mura, 24 ore al giorno!"

A questo punto, si apre un bivio: o la persona dall'altra parte desidera sinceramente accogliere la tua risposta e continuare il dialogo -anche se si è coscienti che, molto probabilmente, non la comprenderà pur rispettandola-, o la monaca deve avere la sensibilità di comprendere che, per il momento, tanto basta al laico che fissa con commiserazione quelle "matte" chiuse tra mura di cemento fino alla morte.

E' questo uno dei misteri più incomprensibili nella vita carmelitana, che non viene capito fino in fondo, perchè non lo si vive sulla propria carne. Ma io, che l'ho vissuto sulla mia, proverò a dirvi qualcosa di quel segreto inesprimibile, di cui bisogna fare esperienza diretta, anzichè spenderci parole su parole.

"Ho rubato gelosamente anche il tuo spazio e il tuo tempo, perchè anche questi ultimi siano sempre Miei, da vivere con Me, in Me, di Me. Io sono il tuo Spazio, e Io sono il tuo Tempo": potrei riassumere con queste parole, messe sulla bocca di Gesù, la vocazione monastica claustrale, con clausura papale (poichè non tutti gli Ordini monastici hanno questa regola particolare).

Ci sono poi, a livello giuridico-ecclesiastico, diversi tipi di clausura, ma quella più "stretta", la "clausura papale" è propria del Carmelo femminile. Ciò comporta, tecnicamente, che le uscite dal Carmelo sono solo per motivi elettorali, di salute, per corsi di formazione interni all'Ordine del Carmelo, o per assistere i genitori negli ultimi istanti prima della loro partenza per il Cielo. Altre motivazioni oltre queste sono rare, e richiedono un'autorizzazione (o della Priora o, per le uscite più lunghe, dal Provinciale).

Faccio queste precisazioni per spiegare meglio le "ideali" parole che Gesù pronuncia su ogni Sua Sposa al Carmelo.Difatti, nell'offerta totale di sè a Cristo, in quell'impeto d'Amore, non gli si dona solo la propria esistenza (voto di obbedienza), i propri beni materiali (voto di povertà), il proprio affetto (voto di castità), ma si dona anche il proprio spazio, delimitandolo, e il proprio tempo, perchè è tutto consacrato alla preghiera e al lavoro (in Coro una Carmelitana passa circa 6 ore al giorno, tra Orazione, Liturgia delle Ore e Messa, il resto è strettamente organizzato).

Questa limitatezza di spazio, fa scoprire come, fino a quel momento, nel mondo, si era vissuto giorno dopo giorno, luogo dopo luogo, con una certa superficialità. Perdavamo l'attenzione in tante cose e dettagli, in novità, in particolari esperienze e sensazioni, ad iniziare dalla spesa con le casse del supermercato ad alto volume etc.

In clausura, invece, dove vi è silenzio e quiete, e non ci sono particolari novità nè cambiamenti di luogo, nè esperienze esternamente nuove, con naturalità e pace si scende nell'intimo di se stessi, del proprio cuore a Cuore con Lui, non distratte più da nulla, non più strattonate da pubblicità e desideri di consumo, nè nient'altro che ci affolli con il suo chiasso l'immaginazione.

La clausura è la totale povertà, perchè si cede al dolcissimo Signore anche la ricchezza del passeggiare per i boschi, la ricchezza della libertà di uscire a prendersi un gelato con le amiche in riva al mare, la ricchezza del comprarsi il biglietto al cinema per l'ultimo kolossal di Hollywood. Ma non è una rinuncia austera e penitenziale! Tutt'altro! Si cedono queste fragili ricchezze della propria -altrettanto fragile- libertà, per fissarsi in Dio, e solo su di Lui, e la propria vita diventa felicemente semplicissima, perchè si può riassumere in una sola parola: "Amore!", Dio-Amore e Amore verso gli altri, e nient'altro.

In Dio c'è tutto, amplificato all'infinito! "Dio solo basta", disse la Santa Madre Teresa d'Avila, e ogni ragazza che varca la porta del Carmelo, ripete con la propria vita quanto disse Teresa mezzo millennio fa.

In Cristo, Acqua della vera e perfetta Gioia,
Laudem Gloriam