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domenica 20 aprile 2014

Perché la clausura oggi?

Pubblico uno scritto delle Monache carmelitane di Cerreto di Sorano (Grosseto). Chi volesse contattarle può scrivere all'indirizzo: carmelitane@gmail.com


Perché la clausura oggi? 

Dal silenzio della mia cella, dove sola, mi intrattengo in intima conversazione con l’Amico, desidero raggiungere il tuo cuore per raccontarti, quasi come una  modesta amanuense dello Spirito, ciò che nell’oggi della storia, Dio sogna per me e per tutte quelle donne che Lui sceglie, attrae solo a sé e innesta stabilmente nel solco, tinteggiato dalla fantasia creativa di uno specifico carisma, della vita contemplativa.

La clausura è un giardino, un monte, un pezzetto di cielo ben piantato a terra,  una Betania per cuori semplicemente umani, ordinari, comuni, ma cuori di amiche di Dio accovacciate ai  suoi piedi, senza specifica occupazione, docili al Suo: “Porro unum necessarium est” (Lc 10,42). Né poesie di angeli senz’ali, né romanzi di capinere … semplicemente donne amate in ascolto  …. Oggi come in ogni ieri e in ogni domani che il tempo genererà, donne con un misterioso perché, pronte, col Suo aiuto, al paradosso del tirarsi fuori da tutto per consumare gioiosamente e amorosamente l’olocausto del proprio io, macinarlo, come grano, nel mulino dell’umile ferialità, con l’esultanza e lo slancio del cuore di appartenerGli in toto, senza se e senza ma.

Ma perché la clausura?  

Perché quando Lui passa sulla riva della tua vita e ti incanta con il suo sguardo di amore infinito, ogni cosa, anche bellissima, non ti appaga più e tu vuoi soltanto un incontro esistenziale, interpersonale, totalizzante con Lui, Parola di vita, da cui ti senti afferrata … Lo abbiamo trovato (Gv. 1,41.45); convocata .“cor unum et anima una” (Atti 4,32-35); colpita,  sconvolta nell’intimo, trasformata. 

E ti accorgi che la fede non è una teoria, un'opinione su Dio e sul mondo ma l'impatto dell'amore di Dio sul  tuo cuore che Gesù conquista senza sapergli o potergli resistere, nonostante ti prospetti rinnegamento di sé e croce .

La vita claustrale realizza la parabola dell’uomo che corre contento a vendere tutti i suoi beni per acquistare il campo in cui ha trovato il “tesoro nascosto” (Mt 14, 44). 

Il “perché la clausura”, allora, è in realtà un “per Chi”, è una Persona, Gesù, che ci viene incontro, che affascina il cuore e riempie la vita … solo per Lui trovi il coraggio di lasciare ogni cosa … e ti destrutturi, sconvolgi la tua esistenza anche già donata e vissuta al Suo servizio, per gettarti in un’avventura che fa intravedere una pienezza d’amore e una gioia, infinitamente più grande di quella che già possiedi. Una gioia irrorata dalle lacrime dell’offerta silenziosa e feconda, della rinuncia al proprio pensiero, alle proprie opinioni, alla propria creatività, alla propria fantasia, alla propria iniziativa, alla propria preparazione, al proprio sapere, alle proprie competenze …, bagaglio fino ad ora messo serenamente e gioiosamente a Sua disposizione nel solco di un carisma educativo, ma ora consegnato al terreno del silenzio per una gioia che trabocchi sui cuori dei giovani, per i quali proprio nella non-appariscenza, senza rumore, nascondendomi, tacitamente, esisto per essere spazio di silenzio in cui risuona la Sua voce; silenzio che fa i conti con l’infiltrarsi del non senso, del dolore gratuito, della fatica nell’affidarsi; silenzio dei deboli  e dei piccoli,  silenzio offerto a Dio umilmente, perché i giovani cerchino e trovino il loro orizzonte di  speranza e di senso.